Arredare una casa nel rispetto del passato: l’esempio del Belgio

Lo stile vintage in Belgio è una consuetudine: perché rinnovare e trasformare completamente una casa compromettendone completamente il carattare, se con pochi interventi possiamo ottenere un risultato gradevole e oltretutto economico?

Richard Hill, economista inglese, esperto di marketing e scrittore – e emigrato in Belgio – anni fa nel suo libro The art of Being Belgian tra l’altro descrisse come gli abitanti di questo Paese un tempo fossero conosciuti per il cattivo gusto di arredare le proprie case, piene zeppe di cianfrusaglie. E l’autore, arrivato a Bruxelles negli anni ’60 del secolo scorso, pare ancora annuire a questo stereotipo.

 

 

Quando 40 anni dopo l’arrivo del signor Hill in Belgio mi capitò di conoscere la cultura dell’abitare di Bruxelles e dintorni dovendo cercare una casa in cui abitare con la mia famiglia per due anni, ho forse commesso il peccato di accusare gli indigeni di una certa sciatteria (piastrelle smosse, impianti elettrici senza messa a terra e simili dubbi) e di megalomania (“Questa è la cameretta, 28 mq, basteranno? Il soggiorno è un po’ piccolo per la vostra famiglia, ha solo 35 mq.”), però non ho trovato niente da ridire sul loro gusto per l’arredamento. Dunque le cose possono cambiare e la speranza è l’ultima a morire, anche per i casi nostrani più disperati.

 

La peculiarità dello stile belga sta in tutto ciò che non può essere catalogato come francese, tedesco, olandese e inglese. Tipicamente belga è l’abbinamento disinvolto di stili diversi. Tipicamente belga è il rapporto sereno con i mobili usati (a Bruxelles ad esempio troveremo una via piena di negozi di mobili usati dove possiamo acquistare a prezzi modici mobili del ‘900 di vari stili, esecuzioni e qualità). Tipicamente belga è giocare con i colori – come se avessero ripreso tutti gli schemi di colore degli ex padroni di questo paese: Vichinghi, spagnoli, Asburgo, tedeschi … Difficilemente troverete in Europa degli schemi di colori tanto disinvolti quanto quelli che compaiono negli spazi pubblici e privati da Antwerpen a Dinant.

Il popolo belga dovette affrontare l’enorme danno materiale causato dai due conflitti mondiali – la guerra infatti rase al suolo sistematicamente delle zone intere. (Basti guardare l’esempio della città di Nivelles: i tedeschi nel 1941 bombardarono il centro di questa città storica fino a raderla al suolo.) Poi, come se non fossero bastate le guerre, ci si miseri i belgi: in occasione dell’esposizione mondiale del 1958 demolirono diversi quartieri della città. Costruendoci sopra dell’altro.

Anche da noi ci sono state delle perdite dovute alla guerra, ma molto patrimonio architettonico si disperde anche in tempi di pace.

 

Quando dalle nostre parti si compera casa, ad esempio una villetta piccoloborgese degli anni ’30, spesso il proprietario è entusiasta del rivestimento rustico ocra, dalle veneziane verdi, della pesante porta d’ingresso in legno e del ciliegio davanti a casa. Per un paio di giorni spiega a tutti che la lascierà così come sta, è carina e rispecchia lo spirito dell’epoca. Poi nota lo spiffero dalle finestre in legno. Ah, bisognerà rinnovarle. No, anzi, sarà meglio cambiarle, così si potranno installare degli infissi a risparmio energetico in un materiale che duri per almeno cent’anni. La scala in legno scricchiola. Niente, già che stiamo facendo i lavori, costruiamone una in cemento armato. Il pavimento veneziano sul corridoio ha una crepa. No, non va, bisognerà mettere delle piastrelle. Allora già che ci siamo, cambiamo anche il parquet in salotto, ma allora non sarebbe meglio mettere anche il riscaldamento a pavimento? E dato che abbiamo cambiato le finestre, sarebbe anche il caso di cambiare le porte interne, sarà anche vero che sono fatte ad arte, ma sono anche un po’ sgangherate. Ah, ora anche la porta d’ingresso a due ante stona con il resto, via anche quella! Le facciate ocra sono fuori moda, tinteggiamole di verde pisello o albicocca.

E dato che il ciliegio non è più nuovo, la prossima primavera se ne va anche lui, il cortile verrà lastricato, poi spunterà un garage, verrà aggiunta una parte per la sauna, la palestra, un piano in più per il figlio … il vecchio recinto in legno viene sostituito da un muretto … Un paio d’anni, tante energie e un mucchio di denaro sono bastati per rendere la casa quanto più sterile possibile. Lo spirito dell’epoca nel frattempo ha perso le speranze e si è tirato in disparte durante uno dei lavori di ristruturazione … Ah, stavamo dimenticando i mobili! Le riserve di denaro sono state prosciugate, allora si ricorre alla grande distribuzione o all’Ikea. Non si può mica mettere dei mobili vecchi!

 

 

Il suo collega belga invece affronta un’impresa del genere con un approcio diverso. Intanto deciderebbe che le finestre vanno ancora bene e si metterebbe a restaurarle. Il pavimento veneziano? Non se ne trova spesso uno così bello! Invece di stare a rimuginare sulla crepa e perdere denaro con il rinnovo, si prende un weekend per cercare un bel tappeto. Già, la scala scricciola, ma in fondo è ancora praticabile e ci si può salire – e questa in fondo è l’essenza della scala, vero? Sarà anche vero che in casa non c’è la lavanderia, ma la lavatrice può stare anche in garage. Per fortuna il proprietario precedente ha lasciato i suoi armadi – così avremo più denaro per le sedie e le lampade trendy. La palestra? Chissà, il vecchio quadro svedese potrebbe stare bene nel tinello. Ci sono ancora da comprare tanti quadri, poster, cuscini decorativi – uh, spese a non finire, meno male che ci sono dei negozi di complementi d’arredo ad ogni angolo della strada.

Ma il ciliegio in giardino! Questo sì che è un problema da affrontare con delicatezza! Specialmente perché il ramo centrale è già un po’ secco. Un lunedì mattina subito all’inizio della primavera davanti alla casa si fermerà un’autogru e due esperti si metteranno a potare e a risanare il vecchio ciliegio in modo che possa prosperare ancora per almeno vent’anni. La recinzione in legno andrà bene ancora per dieci anni, per fortuna è bassa, così i passanti potranno ammirare il giardino. La privacy verrà garantita con un po’ di siepe. La macchina si può parcheggiare anche sul ghiaino, mentre il vialetto verrà pavimentato con delle mattonelle di recupero. Quindi bisognerà visitare almeno due fiere di giardinaggio, per decidere il colore che farà da guida nel giardino. Poi si acquisteranno 120 piante perenni, davanti alla casa si fermeranno dei furgoni con la terra e le carriole, si passerà un mese intere a scavare, livellare, la vecchia rosa canina verrà spostata davanti all’ingresso, l’agazzino troverà posto sul retro, qui ci saranno le hosta e l’erba roberta, di là le iris barbate … i giardinieri se ne vanno, il belga invece d’ora in poi avrà un po’ da fare durante i weekend con la potatura, la cura delle piante, i rinvasi – e con la lettura accompagnata dalla degustazione di birra trappista, per non allontanarci dagli stereotipi. Un po’ lo preoccupa il terzo figlio in famiglia, forse dovrà cercare una casa un po’ più grande. Demolire qualcosa e aggiungere dei locali? Ma scherziamo? Si perderebbe lo spirito dell’epoca …

 

 

Scusate, mi sono lasciata andare. Volevo solamente scrivere un breve testo a commento delle foto di questo appartamento vintage di Bruxelless (foto: http://www.marieclairemaison.com/) che ho scoperto ieri visitando un blog. Ma non sono riuscita a resistere, l’approcio belga è troppo interessante!

Mirjam