Arte e architettura, la casa come una tela

A Škrbina, un piccolo paese vicino a Komen sul Carso sloveno, ha aperto le proprie porte al pubblico la casa del pittore e grafico d'arte Luigi Spacal, creata nel corso di diversi decenni di appassionato lavoro.

 

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Ogni dettaglio è stato curato ed esaltato dalla sua nota estetica, ricreando un luogo magico che ci appare come un'installazione artistica permanente.

 

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Luigi Spacal nacque a Trieste nel 1907 in una famiglia di origini modeste. D'estate i bambini venivano mandati a soggiornare dai parenti nei villaggi adiacenti alla città, in modo che potessero giocare liberamente all'aria aperta. Luigi ebbe così modo di vivere e conoscere appieno i lati più belli e solari della vita nella brulla terra del Carso. Subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, all'età di undici anni, si recò con lo zio ferroviere a controllare la linea ferroviaria che si snoda ancora oggi lungo i versanti del Carso, sino a raggiungere il paese degli amati nonni. Le immagini di quella lunga camminata tra i paesi demoliti e arsi dalle granate, i numerosi cimiteri sparsi in quelli che un tempo furono campi di grano, le pietraie intersecate da filo spinato, frammenti di bombe e resti umani si impressero profondamente nel suo inconscio.

 

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“Non si vive di solo pane e l'uomo ha sempre cercato di abbellire la vita per renderla più gradevole”.

 

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Quando nel 1958 ricevette il primo premio alla Biennale di Venezia finalmente incontrò anche il successo artistico, seguito da altri premi e mostre rilevanti. Decise così di usare la somma ricevuta in premio per acquistare una casa a Pirano, città che riteneva magica, luminosa e ricca di spunti. Tuttavia nel giro di qualche anno la città venne invasa dal turismo e Spacal decise di cercare un nuovo rifugio sul Carso.

 

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In primis pensò di cercare una casa nel paese dei nonni, ma purtroppo dovette constatare che l'ondata della guerra aveva spazzato via le vecchie case tipicamente carsiche, sostituendole con edifici più sobri e lineari. Perciò deviò sul paese di Škrbina. Siamo negli anni Sessanta e gli abitanti del Carso erano stati presi dal fervore moderno, che li spingeva a buttare via tutto ciò che sapeva di passato, demolendo vecchi portali, scalinate, focolari e quant’altro poteva ricordare i vecchi tempi. Spacal raccolse tutto, spesso scambiandolo solo con del vino, nella consapevolezza che tutti quegli oggetti avessero un grande valore immanente.

 

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“Bisogna raccogliere tutti questi oggetti, l'uomo del Carso ha sempre amato la pietra, che per lui rappresentava il pane quotidiano e il diletto. Con essa poteva guadagnarsi da vivere e al contempo esprimere il proprio desiderio di bellezza, dato che qui la terra brulla non gli aveva dato a disposizione nessun altro materiale con cui esprimersi.”

 

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La gente del paese sussurrava che quell'uomo venuto da Trieste aveva perso il senno, data la sua grande foga che lo portava ad aggirarsi per i paesi nella ricerca di vecchie pietre da acquistare. Nonostante ciò dovettero ben presto ammettere che dalle rovine della vecchia casa stava nascendo qualcosa di bello.

 

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“Guardate questa casa! Non vi sembra di trovarvi all'interno di una delle mie stampe grafiche?”

 

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La casa di Spacal a Škrbina cela un immenso tesoro, da un lato per la grande quantità di antichi manufatti in pietra ivi raccolti, dall'altro per il valore artistico che ci si presenta sin dai primi passi nel cortile che sfocia nel giardino posteriore, per poi passare attraverso gli ambienti interni: la cucina col focolare e la nappa in ferro, il soggiorno con il camino monumentale, la camera da letto, lo studio, la cantina … ovunque abbiamo la sensazione di trovarci in mezzo a un'installazione artistica.

 

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Dettagli ingegnosi, rilievi antichi incastonati nei muri come quadri, colori insoliti usati per accentuare materiali e forme.

 

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Il rosso che è andato a ricoprire tutte le parti in ferro battuto. I simboli ancestrali scolpiti nel legno del ballatoio, esaltati dal blu e dal rosso. Enormi lampioni antichi tra le travi a vista del tetto. I mobili rustici decorati con motivi floreali ispirati all'arte popolare e ai motivi magici che compaiono anche nelle opere d'arte di Spacal.

 

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Nel restauro Spacal è stato un committente molto esigente, i muratori hanno dovuto spesso demolire il lavoro appena terminato perché avevano costruito dei muri troppo diritti, mentre il pittore voleva che mantenessero le antiche forme tornite. Nonostante ciò troveremo anche diverse innovazioni perfettamente integrate nelle facciate tradizionali, come la grande finestra dello studio o le tre finestre verticali del soggiorno che permettono alla luce diurna di illuminare gli ambienti, altrimenti bloccata dalle minuscole finestre tradizionali che proteggevano gli inquilini dal forte vento che imperversa sul Carso.

 

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All'esterno noteremo ovunque tavoli e panche in pietra, una per ogni ora del giorno in qualunque stagione, che permettono di ritrovare la pace e la quiete, lontano dal trambusto quotidiano.

 

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La casa di Spacal è ora abitata dalla sua nipote Tanja e dal suo compagno Marco Milcovich che a sua volta ha allestito una mostra delle proprie opere in legno e pietra nel contesto della casa e del cortile. Con l'apertura al pubblico hanno voluto rendere fruibile una parte dell'arte di Spacal altrimenti nascosta, nel rispetto del suo desiderio di far vedere al mondo la bellezza primordiale del Carso.

 

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La casa è disponibile come location per eventi, mentre i visitatori possono acquistarvi, oltre ai souvenir, anche il vino terrano della casa.
Info: +386 70 256 357

 

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Le citazioni sono riprese dal libro Un fiore nella notte, Luigi Spacal nei ricordi di un figlio dell'autore Borut Spacal , Trieste 2007.

Testo: JS

Foto: Tjaša Brajdih

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