Risalgono alla tenera età i ricordi di una tavoletta di plastica bianca con i piedini, tutta forellata, in cui mettevamo i chiodini belli grossi (avranno avuto almeno un centimetro di diametro) e ci creavamo delle immagini di vario tipo. Fiori, farfalle, gattini, alberi, cornicette, quante cose si potevano creare con i chiodini, che però finivano sempre per essere troppo pochi. Forse perché ogni tanto qualcuno spariva sotto i mobili o tra gli altri giocattoli. Crescendo si faceva sentire sempre di più per l’impossibilità di creare dei dettagli per i soggetti, dato che la distanza tra i fori e le dimensioni dei chiodini non lo permettevano. Il limite tecnico diventava sempre più un ostacolo alla fantasia e inesorabilmente la tavoletta e i chiodini rimanevano sempre più spesso abbandonati a se stessi, fino a scomparire nei ricordi d’infanzia.
Ma i ricordi riaffiorano non appena qualche anni fa tra le mail di vari comunicati stampa che giungono nella casella di posta elettronica di Casa e trend, vedemmo quella della Quercetti. Saranno proprio loro? I chiodini? Sì, erano proprio loro, sempre nelle stesse dimensioni e addirittura nella versione trasparente con le tavole illustrate da inserire sotto la tavoletta, in modo da avere una base per inserire i chiodini. Ricordi nostalgici a parte, quella di fornire delle matrici preconfezionate ai bambini è una parziale regressione per quanto riguarda la componente creativa del gioco. Sono però sempre più numerosi i giochi che lasciano poco spazio alla trasformazione, alle innovazioni del bambino, e al contrario si trovano nei negozi di giocattoli sempre più giocattoli con cui si può giocare in una sola maniera. Fatto il gioco una, due, dieci volte, non lo si può variare in modo significativo e alla fine il gioco va presto a finire nel dimenticatoio. Un dimenticatoio però ingombrante, composto da altri giochi analoghi che stimolano la fantasia per i primi cinque minuti per poi appiattirla.
I chiodini della Quercetti in realtà non sono così limitanti, le tavole illustrate il bimbo può scegliere di inserirle o meno, ma comunque è sempre più triste vedere aumentare la necessità di fornire ai bambini soluzioni pronte all’uso.
Quest’anno è arrivata una novità anche per i chiodini. Un nuovo prodotto della Quercetti, Pixel Art, è stato infatti inserito tra i candidati al Compasso d’Oro, il premio che ogni anno viene assegnato dall’ADI – Associazione disegno industriale.
Che cos’è esattamente Pixel Art? Si tratta sempre di chiodini, che però per la prima volta sono rivolti anche al pubblico degli adulti che sono alla ricerca di un’attività artistica appagante. I chiodini di questa serie sono in realtà molto più piccoli di quelli che usavamo da bambini e servono per comporre dei mosaici che riproducono foto, opere d’arte o illustrazioni. L’attività si basa appunto sulla pixel art oppure, se vogliamo, sul puntinismo, la tecnica artistica in voga alla fine dell’800 che prevedeva la composizione di motivi attraverso l’uso di puntini di pochi colori di base. Quando il motivo sarà composto, sarà compito dei nostri occhi ricomporre i motivi completi riprodotti con i chiodini. Colorare con i chiodini è infatti un’esperienza artistica tutta manuale, che riprende i principi dell’art therapy, liberando la mente dalle ansie e favorendo la concentrazione.