Due edifici antichi sono stati restaurati nel rispetto delle vecchie strutture e gli ambienti rustici hanno acquistato nuovo fascino e bellezza. Mettendo a disposizione degli incantevoli alloggi in uno dei paesaggi vinicoli più suggestivi.
La casa Marica in mezzo a Šmartno – San Martino di Quisca nel Collio presso Gorizia assomiglia ad un ombelico in mezzo ad un corpo sempre più vitale. Salendo per la strada che porta nel paese fortificato la vista si allarga sul paesaggio selvaggiamente verde, a cui donano carattere i terrazzamenti con le vigne e i frutteti. Entrando tra le mura ci pare di essere tornati ai tempi del rinascimento. Il paese è circondato da sette torri e i contadini qui vivenano in un'atmosfera cittadina: le strette viuzze che si snodano per il paese ancora oggi fanno tornare in mente il rumore degli zoccoli dei cavalli e dei somari che per secoli hanno trasportato il rinomato vino e le ciliege del Collio verso la pianura.
Oggi faremo visita alla casa Marica che porta il nome dell'amata nonna Marica. La casa, restaurata nel 2010, ospita una piccola osteria con enoteca e negozio nel pianterreno, mentre al primo piano troviamo tre camere e un appartamento. Le facciate chiare sono ancora linde e lasciano intravvedere i muri portanti in pietra del '400. L'aspetto odierno degli edifici risale alla fine del '700 e agli inizi dell'800. Dopo qualche decennio del dopoguerra passato nell'abbandono, la casa è passata in mano al Comune, per poi essere rilevata dalla famiglia dei Mavrič – Belica.
Oggi possiamo ammirare le finestre e i ballatoi tinteggiati di verde pastello, con le tavelle del tetto decorate a calce. Un'atmosfera pulita, quasi da domenica, avvolge l'edificio, si sentono i rumori dei piatti e dei bicchieri e nell'aria un profumo di prosciutto ben stagionato. Entriamo nell'osteria dove ci accoglie Sebastjan.
Lo spazio dell'enoteca così come tutti gli altri spazi della casa segue la struttura e l'andamento dell'edificio originario. “Abbiamo mantenuto tutte le finestre e le altre aperture, abbiamo demolito i muri solo in due punti per ottenere delle finestre,” racconta Sebastjan. Le pareti infatti seguono delle linee spezzate, ben lontane dalla linearità a cui siamo abituati oggi. I pavimenti formano dei dossi, a seconda delle esigenze che hanno contribuito alla loro formazione durante il passare dei secoli. Solo la pietra per terra è dovuta essere sostituita. I motivi delle lastre di pietra, delle pareti e delle travi di legno segnano lo spazio con il loro ritmo e i loro toni. L'arredamento va dal nostalgico al pratico con uno stile rustico di fondo. Il suocero di Sebastjan, Izidor Simčič è architetto e conosce bene l'architettura di questi luoghi. Perciò ha affrontato il restauro con accuratezza, seguendo le istruzioni dell'Istituto delle Belle arti.
Per prima cosa sono stati tolti tutti i rivestimenti e le pareti in pietra sono state pulite con la sabbiatrice. Durante questa fase dei lavori gli operai e gli architetti hanno visto riaffiorare gli lineamenti dell'edificio. In questo modo è stata scoperta l'unica finestra gotica del Collio, datata nel periodo dal 1450 al 1480. Le parti strutturali in legno sono state conservate, sostituendo solo gli elementi eccessivamente deteriorati. Alcune pareti sono state lasciate con la pietra completamente a vista, su altre sono state lasciate solo le parti ritenute importanti per comprendere la struttura della costruzione.
Dall'enoteca passiamo al piccolo negozio di prodotti locali. Gli scaffali sono pieni di vino, olio d'oliva, grappe, miele e marmellate. Si tratta di quelle confezioni che tutti noi amiamo ritrovare nelle nostre cucine: contenuti chiari e squisiti, etichette carine, riquadri di stoffa che ricoprono il coperchio. Tra i vasetti troviamo qualche creazione dell'artista che abita nei paraggi, l'austriaca Marlisse Rapetti che due anni fa si trasferì in questi luoghi. La casa Marica ospita comunque numerose mostre itineranti, in questi giorni vi possiamo ammirare le tele fiorite di Tiziano Paganini.
Sul lato nord saliamo per le scale in pietra per dare un'occhiata alle camere che prendono il nome dai prodotti tipici del Collio: Prunela, Nespula, Karabana e Izabela.
L'appartamento Prunela deve il suo nome alle speciali prugne secche che un tempo venivano esportate in tutto l'impero Austroungarico. Il nome della camera Nespula deriva dalle nespole, Karabana è il nome di una vecchia varietà di ulivo, mentre Izabela è una vite. E ai nomi si ispirano i colori degli alloggi: dal lilla al giallo, dal verde all'arancio del tramonto.
Chi sono gli ospiti? “Persone, che cercano la pace,” dice Sebastjan. Il Collio offre un'atmosfera tranquilla, con numerose specialità enogastronomiche, nei paraggi c'è il fiume Isonzo con la possibilità di dedicarsi alla pesca e al kayak, poco lontani anche i casinò, la montagna e il mare. Nel paese sono frequenti i concerti e mostre d'arte.
Il paese di S. Martino di Quisca è stato menzionato per la prima volta nel 1317. Tra gli anni 1507 e 1519 ha giocato un ruolo importante nella guerra dei dodici anni tra gli Asburgo e la Serenissima, diventando un punto strategico inserendosi nel sistema di fortificazioni del Collio. Anche dopo la guerra S. Martino restò un'importante postazione contro il pericolo della Serenissima. Nonostante le torri oggi sembrino detenere una funzione quasi esclusivamente decorativa, la loro importanza emerge dai dati sulla sconfitta del condottiero Marco Delfin sotto le mura di S. Martino.
Usciamo dalla fortificazione di San Martino e ci lasciamo avvolgere dall'aria profumata di primavera. Le pergole di glicine sono cariche di fiori lilla e le mura della casa Marica sono pronte per accogliere gli ospiti desiderosi di quiete e sapori autentici.
Mirjam
Foto: KB