Il restauro creativo di Miss Maus

Ana Hribar alias Miss Maus e il legno, i motivi e una tavolozza rinascimentale.

 

Ha restaurato il suo primo tavolo a quindici anni. “Mia madre voleva portare in discarica un vecchio tavolo e io ho combattuto per salvarlo. Tuttora è uno dei principali arredi di casa nostra,” racconta Ana Hribar che da qualche tempo lavora sotto il marchio Miss Maus. Ana adora occuparsi della “guarigione” dei vecchi mobili, come definisce il suo lavoro nel ridare nuova vita agli oggetti in disuso. Un altro aspetto del suo lavoro è la creazione di nuovi oggetti, a cui trasmette un’energia nuova con i motivi che l’hanno ispirata. Le sue creazioni si distinguono per l’uso di colori caldi, ispirati al rinascimento, uno dei periodi storici che le stanno particolarmente a cuore.


Dove trovi l’ispirazione per i motivi che pou utilizzi nei tuoi lavori?

Per i miei motivi attingo un po’ da tutti i periodi storici, infatti provengono dalla tradizione etrusca, giapponese, greca e romana, sino a quella dei motivi murali africani, per poi arrivare agli artisti rinascimentali, ad esempio Botticelli, e persino alla fotografia, come quella di Muybridge. La mia è una costante ricerca e probabilmente ora il mio studio è molto più costante di quanto lo sia stato durante i miei anni universitari (ride) … Ad esempio gli antichi simboli delle famiglie giapponesi, i kamon … I samurai li portavano sui propri abiti, in modo che gli altri sapessero quale fosse la loro famiglia do appartenenza. E quando un figlio lasciava la casa dei propri genitori per crearsi una famiglia, modificava il vecchio simbolo per ricrearne uno nuovo, perciò ne sono nate innumerevoli interpretazioni. L’altro giorno sono andata a cercare tra i reperti archeologici intorno a Novo mesto e i motivi che ho visto sui coperchi di alcuni recipienti di terracotta, hanno trovato posto su di uno dei miei orologi. Spesso mi rendo conto che diversi ornamenti che vediamo sulle strutture del nostro recente passato, ci hanno accompagnato per millenni, fin dall’antichità. Peccato che con il minimalismo questi ornamenti siano stati cancellati dal nostro uso quotidiano.
restauro creativo miss maus

 

Da dove nasce il tuo amore per la storia dell’arte?
Da ragazzina ho passato spesso le vacanze a Roma, da mia zia, che mi incoraggiava a visitare musei e gallerie. Dopo aver studiato culturologia a Lubiana sono andata a vivere da lei a Roma. Mi sono iscritta al corso per decoratori e lì ho imparato le basi del restauro. Spesso, invece di spendere i miei soldi per dei vestiti nuovi, preferivo visitare le mostre e i musei … Tutto ciò mi ha portato a fare ricerche e ho incominciato a trasferire sul legno i motivi che avevo scoperto.

 

restauro creativo miss maus


Con che criterio scegli i vecchi oggetti da restaurare?
Mi piacciono gli oggetti di cui si può parlare. Un armadio bianco di formica sarà anche pratico, ma di solito non ci si può spendere più di qualche parola. Sono sempre tentata a immaginare che cosa succederebbe se gli oggetti avessero la capacità di raccontare la vita che li ha circondati. Allora scopriremmo che cosa è successo intorno a questo tavolo a cui sto lavorando, oppure quali storie ha sentito la sedia … Mi piace cercare le storie che si celano dietro agli oggetti. Qualche tempo fa stavo pulendo un tavolo e dopo un po’ ho constatato che per un determinato periodo si era trovato in un’officina, infatti portava ancora i segni dei morsetti e le macchie d’olio. Oppure una credenza che ho restaurato tempo fa, in un angolo ho trovato una lettera del 1953. Una signora aveva descritto al fratello con mano tremante le difficili condizioni in cui stava vivendo, di come il marito sia diventato alcolizzato e di non sapere più che cosa fare. Si vedeva che aveva pianto. Evidentemente la lettera era stata nascosta e non è mai stata spedita. I mobili vecchi portano con sè storie di ogni tipo e tutto ciò mi ispira nel mio lavoro. Ho anche provato a scrivere queste storie che si risvegliano durante il restauro di qualche mobile, che parlano dei sentimenti che potrebbero nascondersi nei mobili vecchi. Per ora non ho avuto ancora il coraggio di pubblicarle, ma in futuro ho intenzione di farlo.

 

Da dove nasce il desiderio di restaurare i mobili? 
A diciotto anni già sognavo di avere un laboratorio tutto mio, dove avrei potuto “guarire” i mobili. Il primo oggetto che ho restaurato è stato un tavolo di casa nostra, poi ho continuato con tutto ciò che mi sono ritrovata tra le mani. Raccoglievo dei pezzi interessanti prima che finissero in discarica, frugavo nelle soffitte … A volte sono anche i miei amici a portarmi qualche pezzo interessante, altri ne trovo nei centri di riutilizzo. Il mio obiettivo non è solo riportarli alla vita, ma ove possibile, cerco anche trovare loro una nuova funzione. Una vecchia tavoletta del wc può diventare uno specchio, allo stesso modo si può trasformare una vecchia finestra … Mi dispiace che gli oggetti nuovi non abbiano la durevolezza che caratterizza i mobili di un tempo. Quando ho restaurato delle sedie di oltre trent’anni, che avevano bisogno di una messa a posto, ho notato che in realtà le loro condizioni erano migliori di quanto ci si aspettasse. La fattura e i materiali vantavano una qualità di gran lunga migliore rispetto ai prodotti odierni. Quando una coppia si sposava e riceveva in dono la camera da letto, un falegname ci metteva qualche mese a realizzarla. Non so che fine farà tra venti, trent’anni la sedia che abbiamo acquistato ieri. Ormai ci siamo abituati a comprare per un lasso di tempo di tre o cinque anni, mentre un tempo si realizzavano dei mobili che dovevano durare in eterno. A volte mi chiedo dove troverò dei mobili di qualità da restaurare tra quindici anni.

 

Il tuo lavoro comprende anche la creazione di oggetti nuovi – orologi, spille, appendiabiti, tanti oggetti pratici insomma, che poi decori con colori caldi, motivi, dettagli tratti dalle opere d’arte.

Gli orologi sono nati da una riflessione sul tempo – il tempo fugge, il tempo c’è, vola … Poi ho incominciato a dipingerli da tutti e due i lati e ho aggiunto loro un’altra dimensione. Su un lato c’è l’orologio per il tempo “normale”, dall’altra invece quello “festivo”. Quando arrivano le feste, giri il meccanismo e simbolicamente entri in un periodo diverso dell’anno. L’idea per un orologio fronte retro è stata in realtà del tutto casuale. Un giorno ho dipinto un orologio su entrambi i lati e non riuscivo a decidere quale usare. E allora mi sono detta, perché invece non usarli entrambi. Anche le mie spille possono essere indossate da entrambi i lati, così i clienti possono scegliere quale usare secondo il loro stato d’animo.

 

Come nascono gli oggetti nuovi?
Il pezzo numero uno di solito lo faccio per me, a volte l’idea per un oggetto nuovo nasce da una mia esigenza. L’idea di dipingere un appendiabiti è nata il giorno in cui mi sono stufata di vedere i miei vestiti ammucchiati su di una sedia. Poi ho realizzato un paravento per una mia zia – l’ho decorato da entrambe le parti e mia zia lo usa in un angolo come decorazione e per nasconderci dietro la scopa e la paletta. Verifico sempre le mie creazioni, quanto siano resistenti e comode … anche non intenzionalmente. Mia madre infatti ha lavato per sbaglio una mia spilla perché mi ero dimenticata di toglierla dalla maglia. Così ho potuto constatare che la spilla può resistere anche al lavaggio in lavatrice, i colori infatti sono rimasti intatti. Per gli orologi e le spille utilizzo delle sottili lastre in MDF, leggere e molto versatili.

 

Dove possiamo trovarti?
Su internet, al mercato dell’arte Artish a Lubiana … Ora sto allestendo un negozio online. Il mio lavoro è indirizzato a chi ama il calore dei colori. Ho notato che gli orologi attraggono più gli uomini delle donne. Mentre le loro signore frugano tra le spille, i maschi non si fanno coinvolgere troppo, finché non si mettono a guardare gli orologi, che probabilmente hanno un connotato di utilità e di praticità. Poi in realtà piacciono anche alle signore.

 

Tina Cipot

FOTO: KB