La Daridari, oltre il cucito creativo

Design, cucito e ispirazione: la bellezza della semplicità di Daria Giovenzana.

Daria Giovenzana è nata e vive a Bergamo. 

 


Daria, raccontaci qualcosa di te: come sei arrivata a fare ciò che stai facendo? Com'è stato il tuo percorso di studi, dove hai imparato le cose che ora ti permettono di lavorare?

 

Da piccola non ho mai viaggiato. Ho toccato il mare per la prima volta a 18 anni, in vacanza con gli amici! Il primo grande viaggio è stato in Finlandia, in camper, il mio viaggio di nozze organizzato personalmente, all’avventura. Da allora viaggiare è una fonte importantissima di ispirazione e di conoscenza. Amo i viaggi itineranti, meglio ancora se in bicicletta: un mezzo di trasporto a misura d’uomo, che ti permette di osservare e vivere sulla pelle il paesaggio, il clima, le città e i paesi, le persone.

Io e mio marito amiamo i Paesi del Nord Europa, e sogniamo di trasferirci là. Inoltre siamo particolarmente legati alla Svezia perché dal nostro ultimo viaggio siamo tornati in tre…Il Nord Europa ci piace per il senso civico, la natura, il design pratico e funzionale.

 

 

 

Ho sempre amato creare con le mie mani. Da piccola, la domenica pomeriggio, mio papà ed io costruivamo insieme piccoli pupazzi di carta, mentre le festività (Natale, Pasqua, il compleanno) erano sempre occasioni buone per fare dei lavoretti con mia mamma e sperimentare tecniche nuove.
Crescendo ho intrapreso degli studi scientifici, ma al momento della scelta dell’università non ho avuto dubbi: volevo arrivare a fare un lavoro che mi permettesse di mettere qualcosa di mio in ciò che facevo. Mi sono iscritta perciò alla facoltà di Disegno Industriale, al Politecnico di Milano, dove ho potuto approfondire anche gli aspetti tecnici relativi alla progettazione e alla produzione degli oggetti.
Pochi mesi prima del mio matrimonio mia mamma mi ha regalato una macchina da cucire di seconda mano, e mi ha insegnato ad infilare l’ago. Il resto l’ho imparato da sola, sperimentando e cercando sul web qualche tutorial. Ho fatto un breve corso di cucito per perfezionare la mia tecnica di base, e la pratica mi ha fatto migliorare molto.
Mi piace coniugare alcuni principi fondamentali dell’industrial design con la mia passione per il fatto a mano: la cosa più importante per me è che le mie creazioni siano funzionali, utili, belle da vedere e piacevoli da usare. Cerco di concentrarmi soprattutto sugli oggetti per la casa e la vita di tutti i giorni; mi impegno a pensarli, progettarli, realizzare dei prototipi che testo personalmente e ottimizzare le fasi di produzione.

 


 

Con quali parole ti descriveresti?
Curiosa, testarda, impulsiva, instancabile, sensibile, energica, sperimentatrice.

 

 

Rendere reali delle idee con le mie mani è una necessità quasi fisica. Faccio fatica a far capire alle altre persone che se non creo sto male; di contro, mi è capitato di non aver voglia di cucire perché mi sentivo triste. Il creare è strettamente connesso con il mio benessere psicofisico; non è una semplice attività tra le altre, è l’espressione più naturale della mia personalità, è la valvola di sfogo della mia energia interiore.

 

Non penso all’artigianato come metodo per produrre oggetti unici, ma a un modo per renderli più personali. Realizzare un oggetto in prima persona significa curare tutte le fasi del processo di produzione: cullarlo come progetto, costruirlo piano piano con le proprie mani fino a renderlo esattamente come lo si vuole. Ne risulta un oggetto unico, pieno di cura, molto personale. 
Come designer ho studiato i vari procedimenti produttivi, finalizzati alla ripetibilità del prodotto. Questa caratteristica mi piace applicarla in piccolo alle mie creazioni: da qui nasce l’esigenza di semplificare il più possibile, di scrivere dei tutorial alla portata di tutti, di ridurre al minimo indispensabile i “fronzoli” e le decorazioni che distraggono o sono di troppo. Mi piacciono le cose semplici, che comunicano in modo immediato utilità, bellezza e piacere di utilizzo.

 

Come è nata l'idea di creare il tuo blog la.daridari?

Non conoscevo nessuno con cui condividere la passione del creare, o per lo meno, per come la sentivo io. Quando la mia rivista di craft preferita ha chiuso i battenti, ho cominciato a cercare nel web delle ispirazioni; era il 2008 ed erano già nati i primi blog di handmade. Mi si è letteralmente spalancato un mondo davanti, e dopo qualche mese da “spettatrice” ho deciso di aprire il mio spazio dove mostrare i miei lavori. Da subito ho potuto apprezzare la gratuità con cui le persone che avevano la mia stessa passione condividevano consigli, pareri, conoscenze. Dopo qualche tempo ho deciso di aprire anche uno shop online.
Inizialmente il blog era una sorta di vetrina dove elencavo ciò che creavo; col tempo è diventato anche e soprattutto una specie di diario delle mie ispirazioni. Spesso rileggendo vecchi post rivivo il mio percorso di crescita creativa, mi piace vedere come si evolvono il mio gusto, la mia passione, il mio sguardo sul mondo. Ed è bello che qualcuno, magari dall’altra parte del mondo, spenda tempo per commentare e confrontarsi, o anche solo fare un saluto.

 


Da dove trai l'ispirazione per il tuo lavoro?

Dai materiali
Dai colori
Dai pattern geometrici
Dai miei viaggi
Dalla mia vita quotidiana
Da mostre, riviste (principalmente design, arredo e cucina), Internet
Dalle chiacchiere con amici reali e virtuali, dalle richieste dei miei clienti

 

 

In futuro vorrei riuscire a mettere a punto un gruppo di prodotti da produrre personalmente in modo ripetibile, magari pensando a delle collezioni stagionali.
Per ora sono soddisfatta delle mie tovagliette con la tasca per le posate e il tovagliolo coordinato, dei sottopentola in feltro, e dei cuscini con maniglia e tasca.
Ho collezionato molti campionari di tessuti con cui vorrei realizzare delle coperte patchwork.

 

 

 In un futuro non troppo lontano vorrei avere il mio atelier-laboratorio, dove realizzare e vendere le mie creazioni e organizzare corsi per grandi e bambini. Magari a Stoccolma…
Vorrei poter essere abbastanza esperta per essere una consulente per riviste, siti, convegni.

 

 

Grazie, Daria!

Foto: Daria Giovenzana