Darja è alla continua ricerca di ricette sane e innovative. Il suo impegno traspare da tutti i suoi piatti.
Avevo notato le foto di questo locale su numerosi blog e su Instagram. Poi, dopo aver partecipato ad un matrimonio un po' hipster di cui ha curato il catering, ho deciso che è proprio l'ora di andare a trovare Darja Končarevič, l'anima del bistro Bazilika.
Sono bastati 5 minuti per farmi sentire come se stessi chiacchierando con una vecchia amica. Nel suo bistro si servono soprattutto cibi vegetariani e vegani, perciò davo per scontato che Darja non mangiasse carne. “Invece no,” mi corregge, “mangio tutto tranne le trippe, anche se in effetti non mangio molta carne e preferisco i piatti a base di frutta e verdura”.
Darja ha studiato culturologia e vive con il compagno, la figlia Iva e il dalmata Frida in una casa appena fuori città. Il compagno, che ha un'attività propria, gestisce la parte economica di Bazilika e rappresenta una fonte inesauribile di idee innovative. Darja ama molto cucinare, una dote ereditata dalla madre e dalla nonna che a suo tempo conduceva anche dei corsi di cucina. I suoi genitori, alle soglie del pensionamento, avevano deciso di dedicarsi all'olivicultura. Durante la raccolta delle olive, la loro casa si riempie di amici e di un'allegra convivialità. E i discorsi, immancabilmente, riguardano sempre il cibo.
Ma come mai una culturologa si mette a lavorare nella ristorazione?
“Semplice, risponde Darja, è tutta „colpa“ della mia famiglia! I miei disponevano di tanto olio, olive, erbe e altre cose buone, così nel 2006 hanno ideato una propria linea di alimenti biologici. Due anni più tardi avevamo adocchiato un locale vuoto nel centro di Lubiana e così naque Bazilika, un negozietto con annesso un locale di ristorazione presso il quale oltre al caffè si potevano trovare degli ottimi panini o una corroborante zuppa calda.”
Dopo tre anni di duro lavoro Darja si è sentita pronta per un salto in avanti, voleva offrire ai propri clienti qualcosa in più. Nel cassetto aveva tantissime ricette, così si è messa alla ricerca di uno spazio più grande e quando finalmente l'ebbe trovato inaugurò il Bistro.
Quel che contraddistingue il Bistro è l'atmosfera tranquilla e raffinata in cui si servono pranzi gustosi e leggeri, con in più la possibilità di scegliere tra crostate di frutta o verdura, torte dolci e salate, bevande salutiste e tante altre cose buone sia per il palato sia per la linea. Potete anche andarci per bere un caffè e gustare un buon dolce, magari sfogliando il nuovo Kinfolk.
Già… “Com'è nata la collaborazione tra Bazilika e Kinfolk?”, le chiedo.
“Per caso!”, sorride. “Adoravo sia la rivista sia il loro blog, perciò un giorno gli ho inviato un'email. La cosa era finita nel dimenticatoio quando inaspettatamente mi hanno contattato proponendomi di fare da ambasciatore nel settore dell'organizzazione di eventi, che stavano appunto espandendo. Ho accettato senza pensarci due volte e a breve presenteremo la seconda serata Kinfolk, una vera e propria festa per l'uscita del nuovo libro di cucina.”
Con tante cose da fare immagino che di tempo libero gliene resti ben poco…
“Ma no, non me la passo tanto male. Agli inizi stavo in bistro dalle sette del mattino fino alle undici di sera, anche il sabato.” Ora l'orario è molto più tranquillo, Darja arriva alle otto e il pomeriggio torna a casa per stare con il compagno e la figlia. Nel tempo libero ama portare a spasso il cane e leggere (libri di cucina e blog in tema, ovviamente). La sera si immerge nelle sue ricette e stila i menu per il bistro o prepara i catering. A volte il lavoro fila liscio, altre invece un po' meno. Ma il piacere di avere un'idea fulminante e di riuscire a realizzarla, sorprendendo in primis se stessa, non ha prezzo, sorride Darja.
I suoi progetti per il futuro sono ancora in attesa di realizzazione. Le chiedo qual è il primo della lista. “Beh, forse un libro di ricette a cui sto pensando da tempo.” Probabilmente perché sono, anzi siamo, in molti a chiederle i segreti delle sue ricette.
La ricetta per questa crostata di zucca si trova qui.
Testo: Valentina Vovk
Foto: Klemen Brumec