Il bosco che invade la tavola, le candele che invadono il bosco, ali d'angelo – la tavola solennemente apparecchiata per il veglione dell'ultimo dell'anno.
Il veglione di Capodanno: il cenone, il conto alla rovescia, gli auguri e gli abbracci, forse anche dei petardi e dello spumante. I tempi e le abitudini cambiano, ma la voglia di stare vicini, volersi bene e amarsi restano. E ci sediamo a tavola con coloro a cui vogliamo bene.
Per l'ultimo dell'anno abbiamo invitato a casa nostra … il bosco. Durante il pomeriggio abbiamo raccolto un un po' di rami di larice con delle piccole pigne. Li abbiamo intrecciati sulla tavola, precedentemente coperta con la tovaglia bianca, come conviene per le occasioni solenni. Ci ricorda la coltre di neve sotto gli alberi, dove abbiamo passeggiato godendoci gli ultimi raggi di sole di questo 2010. Ma la nostra tovaglia non assomiglia alla neve solo per il suo candore, ma anche per la sua morbidezza: stavolta alla tela di cotone abbiamo preferito del candido tessuto peluche, sarà una sorpresa davvero inaspettata per i nostri ospiti. Tra i rami di larice abbiamo infilato tante sottili candele bianche. Accendendole tutte terremo alla larga il buio dei mesi invernali, illuminando la notte che ci porterà nell'anno nuovo!
Sull'intreccio del bianco e del marrone si appoggiano delle ali d'angelo in lana cotta. Ne abbiamo fatto dei segnaposto, decorando dei piccoli candelabri che accoglieranno ogni ospite. Un angelo custode che ci accudirà durante l'anno nuovo. I colori del bosco e della neve in sala da pranzo vengono interrotti dall'azzurro dei piatti. L'azzurro del cielo, della sconfinatezza dell'aldilà.
Non si tratta di una tavola festiva sfarzosa e opulenta.
Ma dà comunque un senso di abbondanza, nonostante abbiamo raccolto tutti gli addobbi nel bosco e siamo andati in negozio solo per acquistare delle candele bianche. Ah sì, non dimentichiamo due manciate di lana e un paio d'ore di per fare la lana cotta. Il lavoro non è difficoltoso.
La torta a due piani, rivestita con una copertura candida di pasta ticino. Su di essa sono sparsi dei fiori che ci ricordano un po' i fiori di ghiaccio che un tempo comparivano sulle vecchie finestre.
Il bianco della neve, il marrone degli alberi, l'azzurro del cielo e del ghiaccio – i colori dell'inverno, riscaldati dal lume di candela e dalla morbidezza della lana cotta e della tovaglia. Un'atmosfera raccolta che si scatenerà a mezzanotte. Non ci resta che augurarvi un buon 2011!
Matejad