Tinteggiare, imbiancare, pitturare la nostra casa: ci mettiamo al lavoro da soli oppure chiamiamo dei professionisti?
Imbiancare – quando e come, questo è il dilemma. Le penultime tinteggiature hanno donato alla nostra casa una sferzata di colori: è stato piacevole. Abbiamo cominciato con il soggiorno, poi siamo passati alla cucina e all'ingresso. I vicini erano sconovolti: tutto il vicinato era bianco bianco bianco, noi invece volevamo del colore. Quando con il rullo abbiamo steso la prima striscia color rosso sangue, pure io mi sono sentita stringere un nodo alla gola: non sarà un colore troppo audace per il mio carattere? Colui-che-ha-il-coraggio-di-vivere-con-me mi incoraggiava e procedeva a tinteggiare, io invece sbirciavo la mia parete sempre più pomposa.
Dopo un'ora il nostro ingresso era rosso sangue. E in realtà è davvero capace di trasportarti al proprio interno quando torni a casa e sfinito sfili le scarpe. Il colore più adatto per il rientro a casa, vi dico!
Il secondo giro di tinteggiature avveniva poco prima del mio ultimo parto – ho minacciato il fortunato padre che non andrò a partorire finchè non tinteggeremo la camera da letto matrimoniale, la cameretta e il corridoio. Il plurale alla fine è stato condiviso in modo che io ho scelto i colori, mentre lui tinteggiava. Io stavo stesa sul divano come una balena arenata, mentre lui lavorava. Ma ecco che per il pomeriggio chiamano degli amici, una distinta coppia medioborghese – che cosa facciamo, li accogliamo nel caos più totale, con le scatole della nostra camera e della cameretta in soggiorno e il cellofan per terra? Astutamente abbiamo fatto una deviazione verso il ristorante cinese in centro.
Il mio lui si è riassettato per il meglio, gli sono rimasti solamente dei puntini giallo uovo tra i capelli (la nuova tinta della cameretta). Io mi sono rotolata mettendomi in piedi e ho infilato sull'enorme pancia l'unico vestito che ancora mi andava bene. La bimba si è messa le scarpe e così siamo andati a fare compagnia ai nostri due distinti amici con il loro bebè.
Durante tutta la gravidanza ho avuto problemi con il cibo, per un bel po' di mesi ho avuto la nausea, mentre l'ultimo mese per la ressa nella mia pancia riuscivo a buttare giù solamente una manciata di cibo. Ma non quel pomeriggio. I piatti da portata si susseguivano in tavola e io prendevo un boccone di melanzane piccanti, un po' di pesce in agrodolce, mmm, i germogli, e il maiale agli arachidi! Insomma, durante quelle tre ore ho mangiato circa cinque manciate di cibo, poca roba comunque.
Al rientro sentivo una fitta nella pancia – ma alla scadenza mancavano ancora sei settimane. Un brivido: e se vado a partorire già oggi? Di-sa-stro! Chi tinteggerà? La bimba andò a dormire nel letto improvvisato, mio marito invece riprese a tinteggiare. Io rimasi sul divano a seguire la ressa nella pancia. Non c'è niente da fare, sta succedendo qualcosa! Intorno alle dieci mi è parso il caso di avvisare colui-che-è-i-padre-dei-miei-bambini che il parto si sta avvicinando. Lui voleva finire per quel giorno, quando io gli dissi: “Non ne sono perfettamente sicura ma mi pare che stia incominciando!”
Quella frase è bastata per fare andare in moto la turbo tinteggiatura: incominciò a rullare come un matto e ogni tanto veniva a controllare la situazione. Io invece mi sono abbandonai all'autocommiserazione: chi metterà in ordine questo caos, chi preparerà il necessario in cameretta per l'arrivo dei bimbi, chi …? Lui tinteggiava, io stavo sveglia e controllavo la pancia così insolitamente dura. Poi, intorno alle due di notte, la pressione si affievolì e quasi tutto era già tinteggiato, tornai in me stessa e mi avvicinai all'imbianchino: “Ehi, scusa, ma stanotte non se ne fa niente.”
– Come niente?
– Eh, non vado ancora a partorire.
– E come lo sai?
– Perché non sento più la fitta! Mi pare … di aver mangiato troppo questo pomeriggio.
Il rullo gli cadde dalla mano e tra cinque minuti già dormiva – le due e cinque minuti. Alla fine il parto è arrivato qualche settimana dopo e i bimbi sono stati accolti dalla cameretta che profumava di fiori di tiglio – abbiamo scelto questo colore e lo abbiamo abbinato al blu della lavanda. Molto rilassante.
Poi per un gioco del destino, abbiamo tinteggiato ancora una volta. La nostra casa provvisoria andava riconsegnata al proprietario nelle condizioni di partenza. Ahi ahi. Le piccole manine del nostro futuro hanno trasformato il biancore un po' dandy della casa in un colore grigio topo.
“Ehi, per quanto mi dia da fare, la somma delle superfici da tinteggiare è sempre intorno ai 460 mq!” dico io mentre stiamo decidendo se prendere o no un tinteggiatore professionista.
– Quanto?!?
– 460 mq di cui 420 di bianco.
– Sarà una bella spesa!
– Già.
– Per una somma del genere possiamo andare per tre giorni al Legoland.
– Che facciamo, ci mettiamo al lavoro?
– Sì, dai!
E ci siamo messi al lavoro, mentre i bimbi osservavano come procedevano i lavori. E aiutavano pure, per la miseria. Una giornata e mezza e tutto era imbiancato e pulito, mentre noi due avevamo le braccia che arrivavano alle ginocchia. Il proprietario era entusiasto e diceva che trovava la casa migliorata rispetto al momento del nostro ingresso. Noi due annuivamo e pregavamo perché non notasse i rattoppi della carta da parati accanto alla finestra. Poi ci siamo chiesti se non fosse il caso di cambiare carriera e passare all'impresa Io, tu e il pennello.
Beh, il sole di tarda estate sta illuminando le nostre finestre e i toni pastello della nostra parete verde giallo nel soggiorno non riesceno più a nascondere il peso degli anni e le tracce della prole che sta crescendo. Tinteggiature in vista! Ma quando e come?
Mirjam