Lo Spazio Rossana Orlandi è uno dei punti di riferimento per le tendenze nel campo del design e dell’arte contemporanea.
Visitare il Fuorisalone significa anche fare tappa da Rossana Orlandi, talent scout seguita da tutto il pubblico del settore. Il suo showroom il via Matteo Bandello, allestito all’interno di un cravattificio dismesso, si snoda intorno ad un cortile fitto di vegetazione e creazioni di diversa fattura, da quella più raffinata a quelle composte da materiali di recupero. Negli spazi da esplorare con una buona dose di intraprendenza (per non confondere le sale espositive con dei meri locali di servizio oppure per non farsi prendere dallo sconforto di affrontare tortuose scale e passaggi che rappresentano una vera sfida ai nostrani regolamenti di sicurezza) trovano posto creazioni molto diverse tra di loro, da quelle raffinate e provocanti a quelle più anticonformiste, magari rudemente riciclate. Ogni stanza è ricca di spunti e ispirazioni da cui un occhio saprà intuire le probabili tendenze dei prossimi anni.
Avvicinandoci all’entrata notiamo subito la vetrina dedicata alla collezione III del marchio londinese Sè, curato da Pavlo Schtakleff, disegnata da Nika Zupanc. Una collezione con richiami al design degli anni ’50 e allo stile Napoleone II, con dettagli inediti e tante dorature che ammorbidiscono il rigore delle case contemporanee.
Jo Nagasaka nella sua collezione per la casa Ichiro continua con le sue sperimentazioni con la resina, quest’anno presenta delle sedute in bamboo intrise nella resina gommosa azzurra e dei sorprendenti pouf in gommapiuma legata anch’essi intrisi nella resina gommosa bianca e nera.
La sperimentazione con questo ed altri tipi di resina si trova in una fase pionieristica e i risultati ci riserveranno in futuro numerose applicazioni sorprendenti.
Jo Nagasaka sviluppa la sua idea con gli intrecci naturali del bamboo dotandoli di una grossa parabolica dorata, utilizzandola come superficie riflettente per una suggestiva lampada da terra. Grazie alla doratura della cartapesta ritroviamo anche qui una luce calda e avvolgente.
Tra le varie esposizioni anche quella di Krehky, casa di design ceco, molto elegante la credenza asimmetrica di Maxim Velčovský e l’altalena per interni di Jan Plecháč e Henry Wielgus.
Materiali inusuali e forme consolidate per questa sospensione composta da vari ossi. Sul tavolo denominato Talking table di Konstfack ci sorprendono dei volti seriosi che compaiono nei cucchiaini colmi di zucchero.
Moustache ha presentato i suoi articoli con un’installazione curata da Jean-Baptiste Fastrez, allestita con una grossa sacca, chiamata appunto Half decade Beast, che gonfiandosi dava l’impressione di respirare.
Scholten e Baijings hanno creato per Luce di Carrara dei tavoli in marmo serigrafati con motivi geometrici, eleganti e contemporanei.
I designers Luca Nichetto e Lera Moiseeva hanno collaborato per creare per Dymov Ceramics la mostra Walk the line per presentare le collezioni Sucabaruca, un servizio per il caffè, e Cheburashka, una collezione per la condivisione di alimenti, con richiami all’estetica etnica. Le ceramiche sono infati realizzate a mano, con tecniche risalenti al terzo secolo d. C. Lo spazio espositivo è stato allestito con tessili stampati con motivi geometrici in bianco e nero e una cassettiera con cassette in metallo di recupero, probabilmente usate per le munizioni.
Thomas Eyck presenta una collezione di porcellane delicatamente decorate con una tecnica che prevede una prima decorazione eseguita a mano e una seconda fase in cui nello stampo viene colata la miscela per l’effettivo oggetto che ne uscirà con una decorazione ricalcata della decorazione. Una tecnica che ci riporta in mente quella utilizzata per le stampe nell’arte grafica, presentata in un video sul sito della collezione.
Nel cortile un laboratorio di vasellame davvero suggestivo, curato dal gruppo cileno gt2P ovvero Great Things to People. Vi consigliamo il video.
Floris Wubben, designer olandese, presenta una collezione di ceramiche estruse, realizzate con l’utilizzo di questa pressa.
Continuando con le forme arcaiche, troviamo una vasta sezione dedicata a Piet Hein Eek, che quest’anno allo spazio di Rossana Orlandi ha presentato ulteriori creazioni con il legno di recupero, stavolta si tratta di mobili di cubetti di legno di recupero e teche realizzate con vecchie finestre.
Jan Plechac e Henry Wielgus hanno abbinato il legno massiccio del rovere alle forme e ai colori delicati del cristallo per crearne le lampade Moulds.
Alcarol ha presentato la collezione Bricola, realizzata con le bricole dismesse, ossia i pali di rovere che a Venezia vengono usati come ormeggi o come segnale per i navigatori. Le bricole vengono pulite, tagliate e quindi immerse nella resina epossidica, in modo da legarle in oggetti completamente inediti che come l’acqua lasciano trasparire la luce e le irregolarità del legno, scavato dai molluschi lagunari. Incantevoli.
Nel cortile principale fanno bella mostra di se i paralumi PET Lamp intrecciati da abili artigiani colombiani, con base in bottiglie di plastica.
Gli spunti suggestivi negli spazi luminosi del cortile si sprecano e probabilmente ogni visitatore avrà provato a immortalare questo suggestivo lampadario.
Oppure la lampada sperimentale di Booo prodotta in serie limitata di 20 pezzi dallo studio Front. La Booo produce lampadine che sono allo stesso tempo lampade, in questo caso però ha creato una lampada che sfrutta una bolla di sapone che si rinnova perennemente. Molto suggestiva.
Intanto ai tavoli, finemente addobbati con vasi e bottigliette di recupero con tante peonie e ranuncoli color pastello, vediamo discutere la padrona di casa con i propri pupilli.
Un salto ai piani superiori, dove si trova il negozio. Un autentico covo in cui da ogni dove spuntano svariate icone del design contemporaneo.
I vasi scultura di Gaetano Pesce, anch’essi in resina, i vasi e i bicchieri in titanio cristallizzato di SUS Gallery. L’iconica poltrona a pavone, Peacock di UUfie, realizzata da un unico foglio di Corian.
Le porcellane ricomposte Ceramix, studio Ctrlzac.
Sedie contemporanee che riscoprono la bellezza delle rose a punto croce.
E per finire il Cheap Murano di Massimiliano Adami, creazioni in bottiglie di plastica di recupero che ci permettono di illuderci che ognuno possa portarsi a casa (o crearselo da sè) un po’ di design.
Foto e testo: JS