La celebre fiera che si svolge a Porta Genova già dal 1800, nonostante il degrado degli ultimi anni rimane sempre un luogo ricco di spunti.
Sabato per i milanesi vuol dire anche andare per i mercatini di cose usate. Scambi, acquisti convenienti, idee e divertimento. Noi siamo andati a vedere in quale stato versa una delle fiere più famose del milanese, quella detta Sinigaglia o anche Sinigallia e Senigallia. Scendiamo dal tram sul capolinea a Porta Genova e ci avviamo fiancheggiando il muro di cinta della stazione ferroviaria.
La fiera di Sinigallia si svolgeva da oltre un secolo nel quartiere Ticinese, ultimamente lungo le rive della Darsena, luogo suggestivo e soprattutto di passaggio. Nel 2005 è stata temporaneamente spostata nel piazzale della stazione ferroviaria, ma come spesso accade in Italia, la temporaneità dovuta a lavori per la costruzione di un parcheggio, tralaltro subito interrotti e abbandonati, si è estesa ad una permanenza a cui nessuno sa porre termine. Ed è così che per motivi burocratici il mercatino perde il suo pubblico, e con esso tanti venditori.
Entriamo nel piazzale dei magazzini delle ferrovie, dove si appostano gli ambulanti abusivi.
Più che il generale senso di degrado che traspira dai vecchi muri pieni di graffiti colorati, è l’evidente indigenza dei venditori a lasciarci l’amaro in bocca.
I graffiti ci accompagnano lungo tutto il percorso.
E dopo la “sezione” delle bici rubate la notte precedente, ecco finalmente le bancarelle, innanzitutto quelle con la moda per i giovani.
Borse e borsette di tutti i colori.
Per poi passare alla sezione di modernariato, un termine che è andato un po’ a sostituire quello del rigattiere.
Oggetti che fino a pochi anni fa sembravano modernissimi, oggi costituiscono il fondo di ogni garage, cantina o soffitta.
Per coloro che sono in cerca di accessori insoliti a buon mercato, ce n’è per ogni stile.
Scarpe per le cenerentole punk e vinili d’annata.
Oggetti antichi o presunti tali.
Gli intramontabili soldatini di piombo.
I portapillole della nonna (o presunti tali).
Non mancano nemmeno i profumi a buon mercato che finalmente non si vergognano di essere una vera patacca.
Un paio d’occhiali per ogni esigenza.
E le bottiglie fuse e le copertine dei giornalini con tanto di orologio. Molto trendy.
Una parte della fiera è caratterizzata dai prodotti artigianali etnici.
Vassoietti, cestini con la retina, utili per tenere lontani moscerini dalla frutta, e tante collanine.
L’afflusso è scarso, ma la fiera di Sinigallia resta comunque un luogo molto amato dai milanesi, specialmente per i gruppetti di ragazzini in cerca d’affari che non prosciughino le loro tasche.
Lo spirito graffittaro si estende anche fuori dal piazzale ferroviario, ma tra i Navigli anche i graffiti si fanno più ricercati.
Ed ecco che in due passi ci troviamo tra i tavolini dei locali alla moda sul Naviglio Grande.
Il Naviglio sfoggia un’acqua talmente limpida che pare quasi provenire da un grosso rubinetto dietro l’angolo. Evidentemente i lavori di recupero e bonifica svolto dai numerosi comuni rivieraschi ha dato risultati davvero stupefacenti.
fonte: Wikipedia
Il Naviglio Grande da canale degradato si è trasformato in un ammirabile corso d’acqua. E le immagini del passato, come ad esempio questa che ritrae una gara di nuoto avvenuta intorno al 1920, non ci lascia più increduli o depressi.
FOTO: KB
JS