Il giardino Kiyosumi a Tokio. La ricerca dell'equilibrio tra la cultura umana e la natura indomabile.
In questi giorni in cui il Giappone è stato colpito da un terremoto catastrofico e i nostri pensieri vanno alla popolazione provata, andiamo a vedere il giardino Kiyosumi a Tokio. Non si tratta di un giardino molto antico, infatti è stato creato dal 1878 al 1885. Il percorso ci porta attorno ad uno stagno con numerose isolette. Una delle particolarità del giardino è rappresentata ben 55 enormi rocce.
Il giardino giapponese è un dialogo tra la natura indomabile e la cultura umana. “Un millennio e mezzo di ininterrotto sviluppo nel Giappone ha portato ad alcune varianti di stilistiche che portano gli inconfondibili lineamenti del paese. Nei giardini giapponesi possiamo osservare anche un ampio spettro di approcci di design che vanno dai concetti naturalistici, vicini alle composizioni presenti in natura, fino ai concetti astratti e essenziali, come ad esempio i giardini secchi accanto ai tempi della setta buddista zen,” dice D. Ogrin nella sua monografia sui giardini del mondo.
I giardini giapponesi non sono stati creati per produrre del cibo come invece spesso vale per i giardini mediterranei, ma hanno sempre voluto esprimere l'impegno dell'uomo a capire la natura, il ruolo da giocarci e il senso dell'essere. Si tratta di spazi ricchi di impressioni, chiusi e concepiti per la meditazione.
Che cos'è che notiamo noi occidentali quando entriamo in un giardino giapponese? L'importanza dele vedute. Infatti, nei punti da cui si gode di una particolare veduta, vengono previste delle apposite quinte costituite da materiali costruttivi, alberi e altre piante che impediscono la vista completa del giardino. Per vederlo dobbiamo camminare lungo il suo percorso che ci permetterà di crearci un'impressione.
I giardini sono progettati senza geometria, organicamente, l'ordine è simile a quello presente in natura. Nonostante la varietà degli elementi, la peculiarità dei giardini giapponesi rimangono gli spazi vuoti. “Ma” o spazio vuoto crea delle proporzioni tra le rocce, l'acqua e le piante, ci conduce con semplicità e umiltà ad un effetto di estetica essenziale.
I giardini giapponesi hanno il permesso di invecchiare. Infatti raggiungono la perfezione solamente quando l'acqua consuma le pietre e il muschio ricopre le rocce. Qualunque intervento dell'uomo deve restare invisibile. Durante il corso dei secoli i giapponesi hanno dovuto imparare a convivere con i fenomeni naturali che spesso si rivelano molto crudeli per l'uomo. Noi invece possiamo trarre da loro una lezione di collettività, collaborazione e pazienza. E di convivenza con la natura, anche nel caso della progettazione dei giardini.
Foto: www.gardenvisit.com, http://en.wikipedia.org/wiki, http://muza-chan.net/
Mirjam