La Sicilia che da sempre è stata oggetto di forte contesa per la sua posizione geografica e per la fertilità della sua terra, cela nelle sue città un patrimonio storico e artistico inestimabile con viste e panorami mozzafiato.
Nonostante ciò purtroppo quando nominiamo la Sicilia le nostre idee si dirigono più sulle immagini della cronaca nera che su quelle dei libri di storia dell’arte. I fatti tragici e amari della cronaca s’intrecciano con la quotidianità di tutti i siciliani, l’intreccio dei rapporti tra la politica, l’economia e la criminalità organizzata paralizza qualunque tentativo di sviluppo e rappresenta un’ostacolo insormontabile per tutti coloro che vorrebbero realizzarsi attraverso il proprio lavoro. In molti si adeguano, altri invece scelgono la partenza. Chi ha lasciato la propria terra non riesce a dimenticare che la Sicilia cela enormi potenziali di cui potrebbero vivere tutti, ma che nonostante ciò da decenni se non secoli poco si è fatto. E soprattutto si rende conto che la soluzione non può arrivare (solo) dall’alto.
Noi ci siamo messi in viaggio per scoprire le bellezze della Sicilia del nord e abbiamo scelto Cefalù come base da cui metterci in viaggio ogni giorno.
Palermo, pioggia.
Nelle strade della capitale dell’isola e nella sua gente si rispecchiano le tracce del suo passato: occhi color ghiaccio che spuntano sotto chiome corvine, parole arabe che si mescolano a espressioni derivanti dal francese, volte barocche e sinuosità liberty che si sono affiancate alla rigorosità delle geometrie elleniche. Colonnati punici, cupole islamiche, giardini e fontane, palazzi opulenti e chiese maestose, governatori spietati e numerosi esempi di santi luminosi: Palermo è come una sintesi di Mediterraneo. Una sintesi molto intensa.
La nostra strada è continuata verso Piazza Armerina, nota in tutto il mondo per la sua villa romana in cui si possono ammirare dei mosaici incantevoli. Anche qui siamo stati accompagnati dalla pioggia, resa più colorata anche dall’onnipresente Ape.
Finalmente il sole. Ecco il duomo di Cefalù ritratto da una prospettiva un po’ insolita. I suoi campanili sono in realtà due torri diverse l’una dall’altra: la più alta simboleggerebbe la mitria papale e il potere della Chiesa, mentre l’altra, più bassa e con i merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale. La costruzione del duomo si svolse a più riprese con numerosi cambi di progetto, come si nota dalla varietà di soluzioni ancora visibili all’esterno.
La città di Cefalù pullula di resti archeologici di varia origine, edifici mirabili, vie suggestive, ma purtroppo anche molta edilizia sregolata che degrada, qui come altrove, la bellezza dell’architettura locale.
Nella parte occidentale dell’isola abbiamo visitato anche Segesta, un’altra delle città antiche della Sicilia. L’antica città, oggi disabitata, ci ha affascinati con il suo silenzio che ha fatto risplendere il tempio nei colori della primavera. L’antico e imponente anfiteatro accoglie ogni estate delle suggestive rappresentazioni di tragedie greche.
Poco lontano incontriamo la città di Erice, arroccata sul monte san Giuliano che sovrasta Trapani. Erice, anch’essa fondata dagli Elimi, fu nell’antichità una famosa città santa, nota in particolare per il suo tempio dedicato a Venere. Il culto veniva praticato da giovani sacerdotesse e la fama di Venere Ericina divenne tale che le venne dedicato un tempio anche a Roma ed il suo culto si diffuse in tutto il Mediterraneo. I resti del tempio stanno tuttora affiorando alla luce nei meandri della città che oggi è nota soprattutto in veste di suggestivo borgo medievale.
Immaginiamo la magia delle serate estive, durante le quali si svolgono concerti di musica medievale. La città dista daTrapani 15 chilometri e la si può raggiungere con una comoda funivia.
Che tentazione farvi un salto, ora che Trapani si può raggiungere comodamente con i collegamenti lowcost di Ryanair.
Come fare a meno di visitare anche la mondana Taormina? Dopo i letterati nordici come Goethe e Mountpassant che la visitarono fu Lady Florence Trevelyan a segnare la svolta turistica di Taormina, giuntavi dopo l’esilio seguito allo scandalo alla corte reale inglese. La sua presenza attirò numerosi artisti, illustri personaggi e teste coronate, ma ben più del paesaggio ridente divennero famose le notti trasgressive degli ospiti della città.
La dolce vita continuò sino al terremoto del 1968 quando un’ondata di panico fece temere agli albergatori che il turismo d’elite fosse ormai giunto alla fine, aprendo la strada alla speculazione edilizia. Sino alla fine del XX secolo la città rischiò il degrado col turismo di massa ed è appena negli ultimi dieci anni che si sta facendo marcia indietro.
E che dire dei siciliani di oggi? Noi ci siamo sentiti accolti da gente che comunque non ha dimenticato che cos’è l’appartenenza. A volte in questa terra ci lasciano senza parole l’apparente immobilità, la rassegnazione che niente mai riuscirà a cambiare (eppure i siciliani nella loro storia hanno già dimostrato di saper reagire con vigore), le storie di ordinaria delinquenza.
Nonostante ciò ci rendiamo conto che questo è un popolo che non si è fatto ancora prendere dalla frenesia, che apprezza i legami familiari e non rinuncia ad esprimere il proprio affetto attraverso la buona tavola. Tutto ciò ci rincuora riguardo al futuro di quest’isola che davvero meriterebbe un’era di riscatto dal passato.
FOTO: Janez Zalaznik