Gli oggetti usati sono la mia passione

A tu per tu con Daniela Mecatti autrice dei blog VerdeSalvia e Rue de la Broc.

Daniela, autrice del blog VerdeSalvia e Rue de la Broc, ci racconta dove nasce la sua passione di donare vita nuova ai vecchi oggetti.

 

 

Raccontaci qualcosa di te: come sei arrivata a fare ciò che stai facendo? Com’è stato il tuo percorso di studi, dove hai imparato le cose che ora ti permettono di lavorare?
Non c’è uno specifico percorso di studi alla base della mia attività, per quanto la mia formazione di grafica ha senz’altro affinato un certo tipo di gusto, l’occhio per le linee e per le potenzialità di un oggetto.
C’è piuttosto una profonda base genetica e di abitudine familiare: mio padre era un grande appassionato di antiquariato minore, con lui ho iniziato a girare per mercatini e rigattieri da quando son stata in grado di camminare.
Da lui ho imparato a guardare ad un oggetto non per come si presenta ma nelle sue possibilità, per quello che la sua ‘anima intrinseca’ è in grado di comunicarmi, per l’uso e le mani che lo hanno maneggiato gli hanno trasmesso.
Inoltre mio padre è stato un vero antesignano: in tempi in cui non esistevano ancora crafters e bricoleurs , lui dopo una giornata di lavoro scendeva in quello che in casa definivamo il suo ‘antro’ e con utensili assolutamente inadeguati, quando non realizzati addirittura con le sue mani, amava creare, riparare, sperimentare, infondere nuova vita a quelli che agli occhi del mondo erano solo reperti da discarica.
Questa manualità, unita alla capacità di saper vedere “oltre” allo stato presente di un oggetto, sono l’eredità che mi è più cara.

 

 

Raccontaci qualcosa della tua vita: dove hai passato i primi 20 anni della tua vita, come sei arrivata nel luogo dove ti trovi adesso, quali sono gli avvenimenti che ti hanno più segnato.
Sono nata, cresciuta e sempre vissuta a Firenze, pur avendo privilegiato il vivere in campagna non appena ho potuto farlo.
Quando è nata mia figlia lavoravo presso una nota maison fiorentina di moda, ed ho scelto di vivere pienamente questa tardiva e felicissima avventura lasciando il lavoro e dedicandomi completamente a lei per vari anni: per assoluto l’esperienza più creativa ed entusiasmante della mia vita!

Che significato ha per te creare oggetti artigianali e essere creativa? Che cosa ti trasmettono gli oggetti che recuperi?
Ti risponderò con le parole perfette di Bertold Brecht:

Fra tutti gli oggetti i più cari
sono per me quelli usati.
Storti agli orli e ammaccati, i recipienti di rame,
i coltelli e forchette che hanno di legno i manici,
lucidi per tante mani;
simili forme mi paiono di tutte le più nobili.
Come le lastre di pietra
intorno a case antiche,
da tanti passi lise, levigate,
e fra cui crescono erbe,
codesti sono oggetti felici.
Penetrati nell’uso di molti,
spesso mutati, migliorano forma,
si fanno preziosi perché tante volte apprezzati.
(…)
Tutto questo mi fa felice.

 

 

 

Da dove nasce l’idea di creare un blog, da dove trai le idee e il materiale?

Quattro anni fa, dopo una diagnosi poi rivelatasi errata ma che mi ha fatto rivedere molti aspetti della mia vita, ho aperto il mio primo blog, VerdeSalvia.
Mi si è aperto un mondo tutto al femminile, nuovo e bellissimo pur se non privo di qualche delusione ed inciampo, ma per lo più ricco di incontri con persone belle, e care, ed affettuose.
VerdeSalvia è nato anche nella speranza di riuscire a superare tramite lui un lungo e doloroso periodo di blocco della mia creatività.
Non è nemmeno esatto dire che fosse la creatività ad essere bloccata, piuttosto si era interrotto il filo che la collega alle mani: terribile avere un milione di idee che frullano nella tua testa come colibrì impazziti, sbattendo senza che nemmeno uno riesca ad uscirne…
Piano piano sono riuscita a rimetter mano alla lavorazione del legno, mia vecchia passione: ho un laboratorio piuttosto attrezzato, e spesso chi ci capita è convinto che sia il regno di mio marito,ed invece…. tutt’altro! Per anni, mentre le mie amiche chiedevano a Babbo Natale profumi e balocchi, io pretendevo seghe a banco, troncatrici, pialle e trapani.
Amo il legno in quanto materiale naturale, versatile e generosissimo; non ho mai resistito al richiamo del legno abbandonato, fosse un enorme pancale, un pannello o anche di una singola asse.
Dall’uso di questo legno adottato sono nate dapprima le mie Birdies, similcasette da uccelli in miniatura scaturite dal fortunato incontro con i montanti di una vecchia scaffalatura.

 

 

Naturale evoluzione delle Birdies, nelle Broc’aBirds ho celebrato il matrimonio tra pancali smembrati ed antichi dettagli: vecchie chiavi, gocce di lampadario, timbri e persino maniglie.

 

 

Stavolta vere ed abitabili casette da uccelli, talvolta precluse ai volatili quando chi me le chiede preferisce conservarle in casa ed adornarne una parete.

Un giorno in cui per mettere ordine nel mare magnum del mio laboratorio ho deciso di svuotarlo completamente, sono rimasta impressionata dalla quantità di oggetti vecchi e dimenticati che ne scaturiva.

 

 

Incuriosita, li ho raccolti in un mucchio e mi sono improvvisamente resa conto di un’atroce verità: mio marito aveva sempre avuto ragione! Da decenni andavo girando per mercatini, riportando a casa oggetti che solo raramente venivano collocati in casa: molto più spesso, vuoi per mediocre convinzione, vuoi per necessità di un intervento che non era mai arrivato, venivano appoggiati nel laboratorio e lì dimenticati.
Il mio blog VerdeSalvia era oramai abbastanza conosciuto, e mi è venuto in mente di utilizzare l’esperienza maturata sul web proponendo un sito per la vendita di piccolo antiquariato e partendo proprio da quegli oggetti riesumati.
E’ nato così Rue de la Brocante, perché quello che tratto è in effetti brocante, termine francese che non ha un corrispondente in italiano: rappresenta una via di mezzo tra il robivecchi e l’antiquariato. Più vecchio e di genere diverso dal vintage, ha nell’imperfezione, nella ruggine e nel foro di tarlo ragione di pregio anziché di deprezzamento.
Gli acquisti per la Rue mi portano in molti mercati italiani di settore, ma anche in Francia ed in Inghilterra. Per me è diventata un’attività a tempo pieno, nata dall’incontro col web, da un rifiuto della solitudine ma soprattutto dai mercati che piccolissima ho iniziato a percorrere mano nella mano col mio babbino.

 

 

Da dove trai l’ispirazione per il tuo lavoro?
Ovunque può celarsi l’ispirazione: nel caos del mio studio e del mio laboratorio, dove su un bancone posso per caso appoggiare dei vecchi caratteri tipografici su una pagina di un libro antico, e ne nasce un quadro.

 

 

Come da mia figlia e dalle sue amiche, che mi tengono aggiornata sulle nuove tendenze, dallo sfogliare un libro di ricette di fine ‘800, dai blog di tutto il mondo, dal guardare dalla finestra, dai mercatini e da Pinterest: le ispirazioni sono tutte e costantemente intorno a noi. Sta ai nostri occhi saperle cogliere.

 

A che cosa stai lavorando attualmente, a che cosa vorresti dedicarti in futuro?

Così come le Broc a’Birds erano nate dal desiderio di coniugare dettagli di brocante al recupero del legno, ad un certo punto il mio amore per la broc ha fatto sì che desiderassi anche indossarla.

Il risultato di questo slancio di femminilità è la Broc’Bijoux: vecchie catene,tratti di rosario, chiavi antiche, casse e quadranti di orologi d’epoca, cristallini da lampadario, pezzi di luccicantissima bigiotteria vintage, il tutto amalgamato a formare inconsuete collane che parlano di ricordi.

 

 

Per una cronicizzata carenza di tempo sto lavorando sempre meno alla parte creativa della mia attività, però mi piacerebbe tantissimo concentrarmi maggiormente sui bijoux, anche perché è una collana è talmente tanto più leggera di un pancale!…
Per adesso continuo ad accumulare elementi per questo progetto, e chissà che non venga il tempo in cui mi potò dedicare soprattutto a quello.
In futuro spero di poter continuare a dedicarmi a cose via via sempre nuove che mi divertano e mi stimolino: cambiare ed assecondare i nostri cambiamenti è imperativo per non cadere vittime della routine.
Ed è l’abitudine che porta gli occhi a chiudersi, la curiosità a spengersi e la fantasia a morire.

Come ti sposti: in macchina, a piedi, in bici, con i trasporti pubblici, in car sharing? Qual è il tuo atteggiamento verso l’ambiente, quale accorgimento pensi che potresti cambiare nella tua vita?

Mi sposto per la verità molto poco: lavorando a casa spesso posso permettermi il lusso del domicilio coatto per giorni e giorni di seguito. Quando vivevo nel centro di Firenze, nello splendido quartiere storico di San Frediano, adoravo spostarmi in bici, ma adesso che vivo su un cocuzzolo non servito da alcun mezzo pubblico è impensabile qualsiasi mezzo alternativo all’auto. Quando mi sposto per acquisti nei mercati, l’auto è altrettanto imperativa per poter riportare a casa il bottino della giornata. Ho un atteggiamento abbastanza riguardoso ma non integralista nei confronti dell’ambiente che mi circonda: il vivere in campagna aiuta ad attuare piccole strategie come il compost, la raccolta delle acque piovane etc. Inoltre ho fatto impiantare sulla mia auto un impianto a gpl, certo meno inquinante oltre che più economico della benzina. I miei minuscoli contributi all’ambiente consistono solo in piccolezze come una raccolta rigidamente differenziata, il riciclo dei cartoni per l’imballaggio e della carta per gli appunti, il non ricorrere mai alle shopper in plastica ma portarmene sempre di robuste e riutilizzabili da casa, prediligere nel fare la spesa prodotti con imballi scarsamente di impatto per l’ambiente, insomma piccole cose.
Credo che sia invece importante, per l’ambiente ma non solo, svincolarsi da concetti obsoleti e stupidamente consumisti. Ben venga il passaggio di abiti, giochi e quant’altro: credo che noi figli di un’economia dissennata abbiamo completamente perduto il senso della misura.
In casa abbiamo un’auto soltanto, vecchia di 12 anni, un solo un televisore, quasi sempre spento, ma abbiamo 1 pc per ogni componente della famiglia 😉 E poi il concetto del riciclo è tutto sommato anche la base della mia attività, donare nuova vita agli oggetti!
Sono fermamente convinta dei precetti della ‘Decrescita Felice’: credo siano quelli gli accorgimenti che potranno migliorare la mia vita e che forse, senza che nemmeno io me ne accorga, già lo stanno facendo.

 

 

 

Cosa vorresti fare tra 10 anni?
Tra 10 anni? Vorrei essere in buona salute e con una mente ancora curiosa e vivace, in un luogo scelto per autodeterminazione e non per retaggi familiari o di nascita: il mondo è talmente pieno di posti meravigliosi…
Vorrei essere una “libera viaggiatrice stanziale”: arrivare in un posto e poterne ripartire la mattina successiva, o dopo 6 mesi o mai più, se mi piace.
E per finire vorrei avere accanto a me persone con cui condividere la curiosità.

Foto: Daniela Mecatti, Stefania Zonca

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