I colori del sole riempiono ogni angolo della casa di Tanja e Aljoša, in cui dominano le sfumature dorate del legno naturale. Ma i riflessi argentati della pietra calcarea ci riportano subito sulla terra, una terra molto rocciosa, la terra del Carso.
Dopo anni di ristrutturazioni nelle case degli altri, finalmente è venuto il tuo turno. Come ti senti?
Entusiasta, orgoglioso. C'è voluto molto impegno, tanta fatica, ma ne è valsa la pena.
Hai realizzato la casa partendo da un edificio esistente. Quali lavori sono stati necessari?
Ho ricostruito tutto tranne i muri portanti. Sono partito dalle fondamenta per arrivare fino agli impianti e alla posa delle piastrelle.
Quanto tempo ci è voluto?
Ho inziato nel 2010 e con Tanja ci siamo trasferiti non appena era pronto il bagno. Successivamente, per completare i lavori c'è voluto un anno o due.
Di solito le ristrutturazioni eseguite in economia si protraggono all'infinito.
Un po' è anche merito di amici e parenti che mi hanno aiutato per i lavori più impegnativi come gli impianti o il caminetto. Certo ho dedicato alla casa tutto il mio tempo libero. E non solo quello: una ristrutturazione richiede sempre molto tempo, altrettanto denaro e… il doppio della pazienza. Ma l’ho fatto volentieri perché credo fermamente nel valore del lavoro fatto con le proprie mani, con passione e dedizione.
È per questo che avete scelto di ristrutturare invece di comperare una casa nuova?
Con tutti gli edifici in rovina che ci sono in giro, trovo che fare nuove costruzioni non sia etico né dal punto di vista ambientale né da quello culturale. Ogni casa ha un suo passato e questo è un valore aggiunto troppo spesso trascurato. Ormai si sono persi valori come il legame con il passato, gli si preferisce la comodità di una struttura nuova di zecca pronta per essere comprata. Ma quanta anima c’è in un muro di cemento tirato su da chissà chi per chissà chi? E quanta ce n’è invece in una mano che riporta alla luce con devozione una parete in pietra edificata magari cent’anni prima da qualcuno per la propria famiglia?
Com’è successo a voi?
Già. Questa casa ha subìto diversi interventi negli anni, ma sono state preservate alcune parti originali.
Quindi praticamente antiche…
Nel bagno abbiamo sfruttato questa caratteristica a nostro vantaggio. L’antichità della parete si integra perfettamente con lo stile moderno delle ceramiche. Il legno ha appunto la funzione di far dialogare questi due stili. Dopo averlo trattato per renderlo adatto agli ambienti umidi, l’ho lavorato in linee morbide che smussano il grezzo della pietra a vista e lo avvicinano alla linearità delle piastrelle e dei sanitari di design.
Anche in cucina il rustico incontra il contemporaneo. Avete ideato voi il progetto?
Sì, appena entrati in casa avevamo già presente la visione d’insieme. Con due blocchi di pietra carsica ho realizzato il piano di lavoro, mentre per la cappa ho voluto che il legno avesse un aspetto naturale, non trattato – anche se sto meditando di rinforzarlo con una trave, se troverò il pezzo adatto (dice, osservando la cappa, già assorbito dal suo prossimo progetto, nda). Abbiamo poi acquistato appositamente alcuni dettagli in stile, come il lavello in ceramica su cui abbiamo installato un miscelatore Franke country style.
La ristrutturazione oltre ad abilità tecniche e artigianali richiede un certo senso estetico. Tu sei anche scultore.
Si, negli anni ho realizzato opere artistiche di diversa natura e dimensione, utilizzando i materiali più svariati, dal ferro alla calce o alla ceramica passando dal mosaico all’intaglio.
Ti definiresti un artista?
La mia è più una passione che una professione. In effetti ho studiato al DAMS per qualche anno, ma la maggior parte delle nozioni in campo artistico le devo ad alcuni amici scultori e artisti di professione – tra cui Borut Soša, Robin Soave e Marco Milcovich – che mi hanno insegnato moltissimo. Il resto è frutto dell’esperienza diretta nella lavorazione dei materiali.
È il progetto a nascere per primo o è un materiale a darti l’idea?
Accade spesso che in qualche laboratorio o cava mi mettano da parte dei pezzi interessanti. In quel caso lo studio per comprenderne il potenziale e poi mi lascio guidare dall’ispirazione.
Non hai paura di sbagliare e magari dover buttare via tutto?
È la caratteristica più bella dei materiali naturali e del mio lavoro, invece: se non serve si può riutilizzare a tutto beneficio dell’ambiente. Vedi ad esempio la fiammella di fianco al focolare? Stavo lavorando il ripiano del caminetto e mi è avanzato un triangolino di pietra (indica lo spazio tra il piano e la parete, nda). L’idea mi è venuta come dire da sola.
Osservando da vicino si nota che il caminetto e la canna fumaria hanno una forma particolare…
Il caminetto è pensato per fornire calore sia diretto sia indiretto. È collegato all’impianto di riscaldamento e quindi ai termosifoni in casa. Ma può anche riscaldare il vano del soggiorno, dell’ingresso e del disimpegno direttamente. L’ho rivestito con un particolare materiale refrattario che trattiene il calore prodotto all’interno del focolare e della canna fumaria e lo cede gradualmente all’ambiente. In questo modo si ha un effetto simile a quello delle maioliche. Inoltre, se si desidera aumentare ulteriormente la gradazione nella stanza basta aprire le bocchette o lo sportello del caminetto, godendo così anche della bellezza del fuoco vivo.
Ideato per sfruttare il legno fino in fondo.
È così. In questa casa non si butta via niente: un pezzo di legno diventerà un oggetto utile oppure servirà per riscaldarci. La rinnovabilità dei materiali naturali non smetterà mai di stupirmi e ispirarmi.
Foto e testi: Tanja Tuta