Quando ristrutturiamo un appartamento la possibilità che sorgano degli imprevisti, durante la fase di cantiere che ci costringano a fermare i lavori, è piuttosto elevata. Se gli interventi prevedono dei lavori di ristrutturazione straordinaria, come ad esempio il consolidamento strutturale del tetto o il rifacimento della copertura, soprattutto se stiamo intervenendo per la prima volta su un edificio costruito dopo gli anni ’30 del secolo scorso, con grande probabilità potremo trovarci di fronte a delle coperture in amianto che dovremo rimuovere.
Vediamo insieme cos’è l’amianto e come ci si deve comportare in questi casi.
Cos’è l’amianto e perché rimuoverlo
L’amianto è stato un materiale ampiamente utilizzato in edilizia a partire dagli anni ‘30, grazie alla sua composizione fibrosa e alla sua elevata resistenza, si pensò che potesse essere un ottimo additivo per cementi e vernici.
Conosciuto con il nome di Eternit (nome della famosa ditta produttrice belga) la sua produzione in Italia cessa nel 1986 con la chiusura dello stabilimento piemontese. A partire dai primi anni ‘60 era già noto infatti che la polvere di amianto derivata dall’usura di tetti e componenti provocasse nell’uomo gravi forme tumorali, nonostante ciò la produzione non si arrestò fino alla fine degli anni ‘80.
Nel 1992 finalmente in Italia e in Europa ne viene vietata la produzione la commercializzazione e produzione.
A causa della sua pericolosità i manufatti realizzati con questo materiale sono stati dichiarati fuori legge, e chiunque si trovi ad essere proprietario o custode di un immobile in cui se ne rilevi la presenza ha l’obbligo di avviare, previa comunicazione alle autorità competenti, le procedure di smaltimento.
Come avviare le procedure di smaltimento
Se abbiamo la certezza di dover smaltire dell’amianto prima dell’inizio del cantiere di ristrutturazione, il coordinatore amianto da noi incaricato (figura abilitata per legge), che ne ha accertato la presenza invierà la documentazione completa all’Asl di competenza almeno 30 giorni prima dell’avvio dei lavori; nel caso in cui invece rilevassimo la presenza di elementi in amianto a lavori già iniziati la cosa da fare è quella di recarsi presso l’Asl di competenza e denunciarne l’esistenza.
Ogni Asl ha istituito un proprio registro nel quale annotare la localizzazione dell’amianto. Una volta effettuata la denuncia verrà nominato un incaricato responsabile che effettuerà un sopralluogo presso la nostra abitazione per verificare lo stato di conservazione del materiale e decidere dopo aver redatto la valutazione di rischio quale sia la procedura più corretta da seguire.
Il tecnico potrà predisporre il controllo e la manutenzione qualora l’amianto sia in buono stato senza richiederne la rimozione, nel caso in cui invece risultasse sbriciolato o in cattivo stato di conservazione ne verrà ordinata la dismissione e la successiva bonifica dell’area.
Rimuovere l’amianto: a chi rivolgersi
Nel caso in cui venga predisposta la rimozione dell’amianto, ci dovremo adoperare affinché la dismissione avvenga in totale sicurezza, quindi la soluzione fai da te non è da prendere in considerazione.
La scelta migliore sarà quella di affidarsi sempre ai professionisti del settore, imprese abilitate iscritte all’Albo Gestori Ambientali nella categoria 10, Bonifica dei beni contenenti amianto (sotto-categorie 10A e 10B).
In Lombardia, ad esempio la MBA Ambiente Milano è un’azienda qualificata che da anni è specializzata nell’analisi, rimozione, bonifica e smaltimento amianto.
Una volta accertata la presenza dell’amianto a seguito di un sopralluogo, l’impresa affidataria dovrà incapsularlo. Questo è un trattamento per le superfici deteriorate, verranno ricoperte con sostanze sintetiche penetranti che impediranno al materiale di rilasciare nell’aria fibre volatili nocive, successivamente si dovranno bonificare tutte le superfici con cui il materiale è entrato a contatto, e infine si rimuoverà il materiale e smaltirlo definitivamente portandolo in discarica.
Normativa vigente di riferimento
La Legge che regolamenta la dismissione di amianto è il T.U.A. (Testo Unico Amianto) il DDL è stato presentato in senato il 21 novembre 2016. Il testo aggiorna la precedente Legge 257/92 e ne individua i campi di applicazione: strutture edilizie siano esse pubbliche o private, i siti industriali in disuso, macchinari e mezzi di trasporto.
Inoltre evidenzia gli ambiti di tutela: tutela dell’ambiente, tutela della sicurezza del lavoro, tutela della salute collettiva; norma anche le misure previdenziali e il beneficio pensionistico.
Bonus e detrazioni
La volontà di un’Europa libera dall’amianto entro il 2028, porta l’Italia a incentivare la dismissione di ogni struttura o elemento composto da amianto rendendo detraibili al 50% tutte le spese sostenute per la dismissione e la bonifica.
Per quanto riguarda la ristrutturazione potremo quindi beneficiare di una detrazione fiscale che verrà scaglionata in 10 quote annuali fino ad una spesa massima di 96.000 euro. Non dovremo far altro che indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile sul quale abbiamo effettuato la bonifica, l’importate è che i pagamenti siano stati effettuati tramite bonifico postale o bancario.