Alla domanda ‘hai dormito bene?’ dovremmo sempre poter rispondere ‘sì, grazie’. Purtroppo però molto spesso non è così e la colpa può essere del materasso, il quale dopo aver raggiunto una certa soglia di età deve necessariamente essere sostituito. L’obiettivo è quello di non mettere a repentaglio la salute del corpo e in generale il nostro benessere nelle ore notturne. Cerchiamo allora di comprendere ogni quanto si debba procedere al cambio di materasso, analizzando i campanelli d’allarme relativi all’urgenza più o meno grande di compiere tale scelta.
Usura del tempo, manutenzione e problematiche di igiene
Per quanto riguarda la durata media di un materasso, ovviamente si deve tenere conto di più aspetti. Molto dipende dal modo in cui ci si dorme sopra e dalla persona che ne fa uso con la sua corporatura, oltre che da come viene trattato e dal tipo di manutenzione che gli viene riservata. I modelli con una vita media più lunga – comunque maggiore dei materassi in lattice o a molle (anche se insacchettate) – sono in genere quelli realizzati in poliuretano e detti anche ‘memory foam’. Ad ogni modo sarà corretto precisare come non si debba tenere conto in questa valutazione dei soli termini strutturali della questione, suggerendo di consultare un portale come GuidaSonno.com per tutti gli approfondimenti del caso.
Non c’è una regola ferrea in relazione al tempo da attendere prima di cambiare il materasso di casa, in genere però questa operazione dovrebbe essere programmata ogni 8/10 anni. Spesso non ci si ferma a riflettere sul fatto che, ogni notte, il nostro corpo suda ed emette umori diversi: una parte di questi liquidi evapora ma il resto viene assorbito giorno dopo giorno dal materasso. Forfora, polvere e pelle morta rimarranno anch’esse attaccate ai tessuti contribuendo all’usura del supporto. La presenza di acari e batteri, inoltre, potrà minare la nostra salute: sono essi infatti i diretti responsabili delle riniti e della congiuntivite allergica, che possono essere causa di bruciore agli occhi e irritazione oltre che di crisi d’asma nei soggetti allergici. Sono proprio questi motivi di natura igienica a farci comprendere come sia necessario tenere conto non soltanto della tenuta strutturale del materasso per capire quando sostituirlo.
Affossamento, perdita di tenuta ed ‘effetto amaca’
Abbiamo detto che regole d’oro o particolarmente ferree non ce ne sono quando si tratta di sostituire il materasso di casa, ad ogni modo ci sono alcuni campanelli d’allarme che possono suggerire come quel momento sia finalmente arrivato. La forma del materasso varia molto in base all’uso che ne facciamo e arriva sempre un giorno in cui non è più in grado di sostenere il nostro corpo nel migliore dei modi.
La perdita di tenuta può essere causa di indolenzimenti al risveglio e in generale di mal di schiena. Il fatto di dormire da soli o con un partner, la posizione che si assume nel sonno e il produttore del materasso sono ulteriori elementi da tenere in considerazione per quel che riguarda il livello di usura del supporto nel tempo. Qualsiasi modello viene fornito di indicazioni utili per quanto riguarda uso e manutenzione, visto che non stiamo parlando di supporti destinati a durare in eterno. Possono essere tenuti meglio o peggio: un’eccessiva usura o una scarsa igiene possono contribuire a un più veloce invecchiamento del materasso. Ovviamente prodotti di qualità inferiore avranno una durata ridotta, ad ogni modo anche i modelli più costosi e all’avanguardia prima o poi dovranno essere sostituiti. Potrebbe comparire con il tempo anche un affossamento proprio in corrispondenza della forma del corpo. Un cedimento che può essere facilmente osservato oltre che, ovviamente, percepito.
Le molle di un materasso a molle potrebbero finire per rompersi in uno o più punti: le conseguenti deformazioni localizzate sarebbero anche più scomode di un semplice affossamento. A una maggiore curvatura del materasso corrisponderà un disagio superiore: il sonno finisce infatti per essere sempre più disturbato, si sperimentano risvegli intermittenti e ci si alza stanchi. Dovrebbe essere sempre mantenuta, mentre si è sdraiati, la naturale curva a ‘S’ della colonna vertebrale. La sensazione di stare su un’amaca per un eccessivo abbassamento del materasso in memory foam è la più sbagliata in assoluto e un campanello d’allarme che non lascia spazio a dubbi.